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Intervista ai fondatori di The Hub a Milano – Luoghi, network e ispirazioni per l’aspirante imprenditore

Ci sono luoghi fisici che permettono alle idee di scaturire più numerose.

E se in questi luoghi trovi anche un gruppo di persone con lo stesso approccio professionale, pronti a supportarti nella creazione della tua attività, le idee sono anche di qualità.

The HUB è una rete internazionale di spazi fisici dove imprenditori, creativi e professionisti possono accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, avere idee innovative, sviluppare relazioni utili e individuare opportunità di mercato.

The Hub Milano

HUB Milano è il primo nodo italiano di questa rete e il primo centro in Italia dedicato all’innovazione e all’imprenditoria sociale e alle persone che la promuovono.

Alberto Masetti-Zannini e Marco Fabio Nannini guidano The Hub a Milano.

Leggi la loro intervista per essere ispirato e guidato nella creazione della tua nuova azienda!

D. Alberto, tu vivi tra Londra e Milano. Cosa ti ha spinto a fondare The Hub a Milano? Quali sono le maggiori sfide che hai affrontato come neo – imprenditore?

R. Le ragioni che mi hanno spinto a fondare HUB Milano sono molteplici, ma forse la più importante e’ stata il desiderio di dare un contributo alla rinascita di un paese, l’Italia, che sta scivolando in un baratro. Sono un italiano residente all’estero, uno dei cosiddetti “cervelli in fuga”, e da fuori il distacco tra l’Italia e il resto del mondo e’ ancora più evidente.

Le maggiori sfide che ho affrontato sono: la diffidenza e lo scetticismo iniziali di fronte a nuove idee e nuovi modelli di sviluppo. Inoltre è stata grande la difficoltà a reperire fondi per sostenere i costi di start-up, e quindi la necessita’ di partire facendo uno sforzo personale 1000 volte più grande di quello che devono fare imprenditori in altre parti d’Europa e del mondo.

D. Marco, tu hai un background come imprenditore e, prima, come consulente. Quali sono le sfide a cui devono prestare maggiormente attenzione i neo imprenditori?

R. La maggiore sfida che ogni imprenditore deve affrontare, è la capacità di comprendere la bontà delle proprie idee di business. Quando ero consulente ho incontrato imprenditori che non erano in grado di cambiare il proprio progetto originario perché troppo innamorati dell’idea iniziale. Quando si realizza qualcosa di proprio si perde la capacità di astrarsi e di razionalizzare i pro e i contro, tutto sembra bello e perfetto. Per chi fa imprenditoria sociale questo diventa ancora più importante perché non tutto il mercato di riferimento, “i clienti”, hanno la stessa sensibilità ed è quindi molto difficile modulare la proprio offerta commerciale in modo da venire incontro alle esigenze del mercato senza fare compromessi con la propria visione sociale. Un’altro aspetto importante è che molti imprenditori sociali tralasciano alcuni aspetti di base dei meccanismi tradizionali di fare impresa, quello che ripeto spesso è che l’importante è avere nuovi valori nel fare impresa non necessariamente nuove metodologie, il cliente va sempre soddisfatto e coccolato anche se gli si sta offrendo un servizio od un prodotto con valenza sociale e ambientale, e l’impresa deve essere sostenibile sul lungo periodo con i propri mezzi.

D. La rete di “The Hub” nasce per fornire uno spazio fisico ad imprenditori, liberi professionisti e artisti, dove si possano incontrare e lavorare insieme. Qual’è il vantaggio di avere un forte network per un neo/aspirante imprenditore?

R. La rete HUB nasce per creare una rete di persone interessate a dar vita a progetti e imprese ad alto potenziale d’impatto sociale e ambientale, e a collaborare con chi possa aiutarli a decollare. Lo spazio fisico e’ uno dei servizi offerti dalla rete. I vantaggi da un punto di vista pragmatico sono tantissimi: dal poter accedere ad un database di competenze e professionalità, all’avere un bacino di potenziali clienti e fornitori vagliati già per le loro caratteristiche di eticità e sostenibilità. In senso meno pratico, una rete di persone che ti stanno attorno pronte ad aiutarti quando ne hai bisogno e’ un sostegno psicologico unico per un imprenditore. A volte ci dimentichiamo di quanto sia duro far partire una start-up, e di quanto importante possa essere una parola di conforto o un consiglio da parte di qualcuno che capisce lo sforzo che si sta facendo.

D. The Hub ha scelto di scommettere sui visionari, sugli innovatori, sugli imprenditori sociali. Insomma, su tutti coloro che vogliono rendere il mondo un po’ migliore… Questa scommessa ha funzionato, e la rete di The Hub oggi è uno dei punti di riferimento per molte persone che vogliono fare impresa. Perché puntare proprio su questi professionisti e imprenditori? Perché scegliere di diventare imprenditore sociale?

R. Perché non abbiamo scelta. Perché i modelli di sviluppo economico del passato ci hanno regalato un pianeta devastato dal degrado ambientale e a rischio di collasso a economico e sociale.

Ci hanno regalato una finanza globale che ormai beneficia solo pochi speculatori e non più i milioni di persone che cercano solo una maniera onesta di far rendere i loro risparmi. Ci hanno regalato una disuguaglianza crescente in tutto il mondo, che si ripercuote sulla capacita’ di accesso a beni primari come la casa, l’acqua, l’educazione, la sanità. E via dicendo. L’imprenditoria sociale e’ l’unico modo per evitare che questo Titanic finisca contro il proverbiale iceberg!

D. Mi trovo nella situazione di dover re-inventare la mia professione… Da dove inizio?

R. Inizia dal rispondere alla domanda: che cosa ami fare? Perché nella passione per il proprio lavoro c’e’ la chiave per aprire il nostro futuro. Scegli un lavoro che ami – diceva Confucio – e non dovrai più lavorare un giorno in vita tua.

D. Alberto, chi è l’imprenditore sociale più ispirante che hai conosciuto? Raccontaci un aneddoto che lo riguardi, o una lezione che ti ha insegnato…

R. L’imprenditore sociale che ha ispirato i primi passi del mio viaggio in questo mondo e’ stato Andrew Rugasira. Andrew e’ Ugandese, e l’ho conosciuto alla Royal Society for the Arts (RSA) a Londra, durante una cena di gala. E’ stato il primo produttore di caffè al mondo a vendere il suo caffè direttamente nelle grandi catene di distribuzione britanniche e americane. Ha creato un’impresa sociale fantastica, Good African Coffee, meta’ impresa privata, meta’ cooperativa posseduta dai lavoratori. I profitti vengono cosi’ divisi tra chi coltiva, processa e impacchetta il caffè, e chi ha messo i soldi per mettere in piedi l’azienda. Ma il tocco di genio di Andrew e’ stato l’evitare tutti gli intermediari dell’industria del caffè che estraggono risorse semplicemente per trasferirlo da un paese come l’Uganda a un supermercato a Londra.

Andrew mi ha ispirato anche come persona: un uomo brillante, educato in Inghilterra, affascinante e determinato. Altri al suo posto avrebbero scelto un lavoro ben pagato in una banca della City. Lui invece e’ tornato nella sua Kampala con una visione in testa: creare imprese che cambino in meglio la vita delle persone del suo paese. Andrew mi ha insegnato che se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo rischiare, ma mai smettere di usare la testa.

 

About Eleonora Ferrero

Aree di competenza: Social Enterprise Interessi: Social sturtup, innovazione e strumenti di creatività, crescita personale

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Un commento

  1. Grazie Eleonora per questa intervista illuminante!
    L’idea di THE HUB è fantastica e ancora di più lo è la passione che vive nella gente che lo frequenta e lo anima.
    Esempi come quelli dell’ “aneddoto Andrew” sarebbero da studiare nelle scuole elementari-superiori e non solo in casi di studio alle Business School.
    Ancora grazie!
    nadia

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