In questa stagione si entra nel caldo dei primi conteggi fiscali e dal 2011 il legislatore tributario allevia le piccole medie imprese con un incentivo dall’acronimo fresco ed estivo, nato per riequilibrare il trattamento fiscale tra le imprese che si finanziano ricorrendo all’indebitamento e quelle che si finanziano con capitale proprio.
L’ Aiuto alla Crescita Economica, noto come ACE, serve infatti ad incentivare la ripatrimonializzazione delle imprese: consiste in una deduzione dal reddito complessivo netto dichiarato di un importo, il “rendimento nozionale”, corrispondente ad una percentuale da applicare al “nuovo” capitale. L’aliquota, decorso il primo triennio di applicazione 2011-2014, è aumentata di un punto percentuale (4%) per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2014 ed è destinata a salire progressivamente fino a raggiungere il 4.75% nel 2016. Successivamente, sarà individuata con decreto ministeriale entro il 31 gennaio di ogni anno, considerando i rendimenti finanziari medi dei titoli obbligazionari pubblici, incrementabili di una percentuale per compensare il maggior rischio d’impresa.
I beneficiari sono i soggetti IRES, ma anche le “piccole” imprese, costituite in forma di società di persona o di imprenditori individuali, purché operino in regime di contabilità ordinaria: proprio per quest’ultimi, i vantaggi dell’Ace possono essere più incisivi, in quanto cambiano alcune regole per la determinazione del rendimento nozionale, riassunte e molto semplificate nella tabella sottostante. Il vantaggio è indiscusso anche per gli startupper, intese come società nuova costituzione, che considerano tutto il patrimonio conferito quale “incremento”.
Quando il rendimento nozionale supera il reddito complessivo netto – già ridotto di eventuali perdite pregresse – l’eccedenza:
- può essere riportata nei periodi d’imposta successivi, senza alcun limite quantitativo e temporale;
- Dal 2015, può essere trasformato in un credito d’imposta utilizzabile in diminuzione del debito IRAP, in cinque quote annuali (il valore di tale credito è determinato applicando le aliquote Ires e Irpef all’ eccedenza ACE).
Soggetti | Base di calcolo(nuovo capitale proprio) | Osservazioni | |
IRPEF | Patrimonio netto contabile– prelevamento di utili | Ø Comprende l’utile o la perdita di esercizioØ indipendente rispetto alla sua formazione temporaleØ indipendente rispetto alla sua composizioneØ l’Ace abbatte il reddito complessivo Irpef ripartito tra i soci per il calcolo delle detrazioni e degli scaglioni, ma non per i contributi IVS | |
IRES | Patrimonio netto alla chiusura dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2010 (senza tener conto dell’utile/perdita del medesimo esercizio)+ INCREMENTO< patrimonio netto contabile “depurato” dagli effetti dell’agevolazione ACE sul carico fiscale di esercizio | Ø Non comprende l’utile/perdita di esercizio, che sarà considerata quale variazione in aumento/diminuzione l’anno successivo;Ø gli incrementi effettuati nel corso dei vari esercizi si cumulano tra loro, comportando nel tempo, un beneficio sempre maggioreØ l’incremento è dato dalla somma delle variazioni in aumento ed in diminuzione, secondo norme dettagliate circa la loro entità e la corretta imputazione temporale | |
Es. var. in aumento | Es. var. in diminuzione | ||
· conferimenti e versamenti in denaro, a fondo perduto;· rinunce incondizionate dei soci al credito, ecc.àdalla data effettiva in cui si effettuano (vanno riproporzionati in corso d’anno) · utili accantonati a riserva, escluse le riserve non disponibili o utili non distribuibili;rilevano dall’inizio dell’esercizio | · riduzioni del PN attribuite a qualsiasi titolo ai soci (riguardano quindi anche le attribuzioni in natura, mentre non rientrano le perdite).· Acquisti di aziende/rami d’azienda· Acquisto di partecipazioni in società controllatedall’inizio dell’esercizio |