Ho letto qualche tempo fa alcuni articoli sul mondo aziendale, che utilizzavano come metafora le piante e il loro mondo. Il concetto di base mi è piaciuto molto e ho fatto alcune analisi sull’argomento, che vi riporto qui, appoggiandomi anche ai messaggi espressi in questi articoli.
Fondamentalmente un’azienda è come un albero, nasce da un seme, cioè un’ idea, e da lì germoglia. Il seme crea un tronco, che è la solidarietà dell’organizzazione, ossia le persone che lavorano in azienda e producono. Da questo tronco si sviluppano dei rami che, in base al tipo di albero/azienda, possono rappresentare la rete internazionale, la rete vendite, il presidio territoriale.
Dai rami nascono i frutti che sono i risultati.
Il grande imprenditore che ha parlato di questi argomenti in questa chiave è stato Nerio Alessandri, Presidente e Amministratore Delegato di Technogym, azienda del settore fitness e wellness. Non si è fermato alla metafora, anzi, ha fatto una specifica importante ed interessante:
l’attività di tutti gli anni di successo dell’azienda non possono finire solo nella raccolta dei frutti, cioè nel fatturato e nei dividendi. Bisogna immaginare un modo per dare linfa alla pianta perché continui a produrre atri frutti. E poi da questa pianta si può prendere un seme e farne nascere un’altra e un’altra ancora, fino a trasformare un terreno incolto in un bellissimo frutteto, dopo aver dissodato la terra, tolto le erbacce, arato e irrigato
Ho letto anche della “metafora del contadino”: un contadino sa che per avere sempre un buon raccolto deve fare la rotazione delle coltivazioni, che non può abbandonare al loro destino le piantine appena nate, che deve difenderle dalle intemperie e dai parassiti, liberarle dalle erbe cattive, e pensare al raccolto di domani.
In fondo un imprenditore non è molto diverso da un contadino, perché sa che se vuole rendere forte il suo albero deve curare il terreno intorno, e che per avere una fitta chioma di alti rami, la sua pianta deve avere radici profonde, perché tanto più profonde sono le radici, tanto più forte sarà il suo albero.
E su questo aspetto l’imprenditore della Technogym scrive un concetto profondo e vero:
Pensare al proprio territorio non significa chiudersi al mondo, ma pensare a qualcosa di così distintivo e unico che spinga il mondo a venire da te
Ritorniamo a ragionare sulla metafora iniziale azienda/pianta: quando si ha un seme, di una pianta qualsiasi, se vogliamo farlo crescere serviranno sicuramente tanta pazienza, un po’ di fortuna, qualche capacità e tanta acqua…. Queste regole valgono bene o male sempre, poi la pianta crescerà più o meno bene a seconda delle sue caratteristiche e di un altro elemento fondamentale, il terreno fertile.
Se la terra è dura e aspra probabilmente non crescerà nulla, o forse solo una pianta molto forte e dalle caratteristiche adatte, e comunque ci sarebbe molto lavoro sprecato perché una pianta così, in un vaso di letame, diventerebbe un albero rigoglioso e imponente!
E quindi noi, con le nostre aziende quanto siamo stati bravi a scegliere il seme, a piantarlo e innaffiarlo, a preparare il terreno e a togliere le erbacce? Quanto abbiamo lavorato per selezionare un terreno idoneo e quanto abbiamo fatto per rendere la nostra pianta e i nostri frutti così unici e distintivi da “spingere il mondo venire da noi”?
Aspetto i vostri commenti a questi interrogativi, e vi aspetto anche il 5 aprile, alla nuova edizione dell’Alleanza dei Cervelli, organizzata proprio in un ambiente ricco di piante, rami e semi: sono sicura che sarà da stimolo per lavorare sui nostri progetti, per renderli forti e rigogliosi, per aiutarci a scegliere il giusto “vaso” per il nostro seme/idea!