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Ah, se avessi fatto prima il budget…

Settimana scorsa incontro un imprenditore, la sua azienda sta attraversando una fase di difficoltà finanziaria. Inizio ad ascoltare la sua storia, purtroppo molto simile a tante aziende che in questo periodo, di fronte ad una trasformazione profonda del modo di fare business, si stanno accorgendo ora che qualcosa è cambiato, che a fronte delle stesse azioni si ottengono risultati via via sempre meno positivi.

Aziende che esistono da decenni che agiscono per abitudine, oppure nuove aziende che in realtà non hanno ancora trovato un modello di business vincente.

La sua azienda opera da tre anni sul mercato, sono sempre stati in perdita, cosa che potrebbe anche essere normale per una startup, i finanziamenti sono arrivati in parte dalle banche ed in gran parte dall’imprenditore stesso che crede molto nella sua idea e, in momenti diversi, ha inserito massicce dosi di liquidità in azienda. Ma ora le risorse proprie sono finite, i debiti sono aumentati, le banche iniziano a percepire uno stato di crisi…

Mi racconta di come i debiti sono progressivamente aumentati, anche di fronte ad un impegno enorme suo e del suo staff. Impegno in realtà molto orientato allo sviluppo tecnico del prodotto. Molta attenzione alla ricerca, molta attenzione alla comunicazione tecnica, molta attenzione agli impianti interni, ai fornitori, alla sede aziendale, ecc.

Inizio a guardare il bilancio, ed è evidente come a fronte di costi importanti, il fatturato sia decisamente non in grado di sostenere una tale struttura. Si affretta a spiegarmi tutti i tagli che hanno già effettuato sui costi aziendali, sul personale, sulla sede…ma non basta.

A questo punto propongo di redigere insieme il budget economico per il 2013 partendo inizialmente dai risultati del 2012, adeguandoli alla nuova situazione dopo i tagli già effettuati.

Iniziamo, partendo dal budget commerciale. Iniziamo a guardare le vendite del 2012 e vediamo quali clienti possono crescere nel 2013, quali invece ci hanno abbandonato, quali clienti potenziali possiamo aggiungere. Mi esplicita gli obiettivi per l’anno prossimo, spesso sono idee di sviluppo generiche…lo aiuto a convertire in numeri quei progetti. Ne esce un numero in crescita rispetto al 2012. Lui mi sembra soddisfatto.

Passiamo poi ai costi delle materie prime che servono per produrre il prodotto finito. Emerge subito una differenza tra l’incidenza delle materie prime sul prezzo di vendita che mi dice l’imprenditore e l’incidenza che risulta dal bilancio dell’anno precedente. Capiamo la differenza, purtroppo il bilancio è corretto…ops, il calcolo dei prezzi era effettuato partendo dall’incidenza presunta dall’imprenditore, non basata sui costi effettivi. Sembra assurdo ma questa cosa mi capita spesso.

Continuiamo con l’analisi degli altri costi industriali, quelli commerciali, quelli generali e amministrativi. Emergono altre discrepanze tra le ipotesi fatte dall’imprenditore e quanto dice il bilancio. Anche in questo caso purtroppo il bilancio era corretto e le discrepanze sono sempre in negativo, cioè nell’idea dell’imprenditore i costi sono molto sottostimati.

Certo fare delle congetture mentalmente è una cosa, ma scrivere nero su bianco, o meglio in un foglio elettronico i numeri è un’altra cosa, se poi quei numeri sono supportati da fatture, ancora peggio, o meglio a seconda da che parte volete analizzare la cosa.

Lavoro quasi finito, siamo partiti dai numeri 2012, li abbiamo corretti in base alle nuove decisioni aziendali, le azioni previste per il 2013, i tagli fatti e da fare, la nuova struttura, ecc.

Completiamo con gli oneri finanziari e gli ammortamenti…ah ci sono anche quelli! Tralasciamo le imposte per pietà.

Osserviamo il numero finale, l’utile lordo, prima delle imposte. Osservo la faccia perplessa dell’imprenditore, per rassicurarlo controllo le formule del foglio elettronico, sono giuste. Il numero purtroppo non è bello. Il lavoro fatto insieme mostra una perdita rilevante sia per l’anno precedente che per l’anno 2013.

A questo punto si alza, gira per la stanza, da una parte esprime preoccupazione, dall’altra invece lo vedo illuminarsi… mi guarda, riguarda i numeri… e dopo un poco osserva: “la mia azienda così non ha senso, ah se avessi fatto da subito il budget!“.

Si, purtroppo ha ragione, ha ragione sul fatto che il modello di business scelto (spesso inconsciamente) dalla sua azienda va rivisto e ha ragione sul fatto che tutto questo sarebbe stato possibile capirlo già in fase di startup semplicemente redigendo in modo completo un budget, un semplice foglio elettronico con il riepilogo dei ricavi e costi, stimati e poi effettivi, magari mensilizzati.

In realtà in questa azienda, e purtroppo non solo in questa, manca spesso una riflessione seria sul modello di business, riflessione di certo possibile in sede di analisi dei numeri, di redazione di un business plan, di redazione di un budget. Non servono modelli complicati, spesso manca proprio il tempo per sedersi intorno ad un tavolo, o spesso questa fase viene effettuata con persone non preparate per questa attività.

Nei momenti successivi partiamo con l’analisi delle manovre correttive, che a questo punto si spostano dal puro ambito finanziario. Si parla di nuovi canali di vendita, nuovi mercati, gamma di prodotti, nuove possibili partnership, utilizzo del web, modalità differenti di comunicazione, ecc. ecc.

Ma a questo punto il processo di rinascita è attivato, non stiamo più parlando dell’effetto ma della causa :-)

 

About Alberto Baruffaldi

Società: fd research group srl  -  Aree di competenza: Controllo di Gestione, Finanza Aziendale e Business Development  -   Interessi: Coaching, No Profit, Business Networking e nuove tecnologie.

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6 commenti

  1. Splendido articolo. Complimenti!

  2. Complimenti si! Ottimo articolo, e l’esperienza diretta dell’imprenditore in questione credo sia l’immagine che molti vedranno di sè…. Ah, se avessi fatto prima il budget!
    grazie,
    nadia

  3. Grazie mille per i complimenti!

  4. Alberto, complimenti davvero!

    Il “raccontare” piuttosto che il “dire” rendono il tuo articolo davvero avvincente e spero sia letto sia da moltissimi neo-imprenditori (propongo di renderlo obbligatorio per chi apre una PIVA :-))) sia da persone che gestiscono aziende da tempo.

    La predisposizione dei budget è lo strumento di “navigazione” che permette non solo di sapere dove si è e di dove si vuole arrivare ma anche di definire la strada che si vuole percorrere?

    Diversamente, come possiamo immaginare che un certo modello di business sia davvero profittevole? Il rischio è che ci si lanci sull’onda della passione o di altri sentimenti e ci si trovi ad aver imboccato la strada che ci ha fatto buttare al vento buona parte dei nostri risparmi personali.

    Mi domando, se non viene fatto il budget, in che modo vengono stabiliti i prezzi di vendita o il punto di pareggio.

    Grazie!

  5. Grazie Franco! Purtroppo hai ragione, non misurare certi aspetti economici e finanziari rende molto più rischiosa la gestione aziendale e si rischiano di commettere errori grossolani, sembra assurdo ma quasi quotidianamente mi imbatto in questi aspetti. Fortunatamente oggi Impresa in corso viene letto da centinaia di persone ogni giorno e questo aiuta a diffondere questi suggerimenti. Grazie!

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