Le Reti di Impresa rivestono sempre maggior interesse, e lo si osserva anche dai frequenti convegni sull’argomento. Uno degli ultimi a cui ho partecipato, il 22 ottobre scorso, è stato organizzato dalle Camera di Commercio di Milano e Firenze con lo scopo di evidenziare gli aspetti predominanti delle Reti stesse in un mercato in continua evoluzione.
In mezzo ad interventi positivi e a favore di questo strumento si è distinta, come voce fuori dal coro, quella del Presidente della Società eAgisco, Gianluca Brambilla, che ha evidenziato alcune criticità delle Reti così come pensate attualmente ed a fornito idee e proposte per possibili cambiamenti.
“Imprese, cominciate a mettervi insieme, fate una sorta di primo fidanzamento, poi se le cose vanno bene tra di voi, la rete dovrà sfociare in una realtà imprenditoriale, in un’azienda autonoma”: questo è quanto, secondo Brambilla, i piccoli imprenditori hanno inteso come rete. Peccato che, sempre secondo il “solista”, quando ci si è trovati a fare rete davvero, ci si è scontarti con non poche difficoltà burocratiche, dal costo elevato del notaio necessario per stipulare il contratto, ad un costo altrettanto elevato dei consulenti, ad un contesto come il nostro che, a causa ad esempio del ridotto accesso al credito, non facilità di sicuro la creazione di società.
Brambilla ha quindi sottolineato che se si crede nelle Reti come strumento occorre intervenire su almeno 3 aspetti fondamentali:
- La fiscalità
- Il lavoro
- La giustizia.
Riporto qui di seguito l’analisi dettagliata del relatore:
“…sulla fiscalità, la proposta è quella di creare una agevolazione fiscale significativa per le reti che si trasformano in aziende autonome (Srl, SpA, Consorzi…); sul tema lavoro, la riforma del settore e la crisi non incentivano assunzioni, e nell’ambito reti la proposta è quella, per le aziende associate alla rete, di poter assumere personale dedicato al progetto (attingendo dai disoccupati) e di poter licenziare le persone assunte in caso di scioglimento della Rete stessa (così la racconta Brambilla:“Fanciullo, noi ti assumiamo, stiamo facendo un tentativo, se la rete dovesse funzionare diventerà una società e tu potresti avere lavoro a vita, se invece non dovesse andare, porta pazienza, non abbiamo la forza di tenerti a bordo, devi scendere dalla barca”!). Infine in relazione alla giustizia, la proposta di Brambilla è di sottrarre le reti di impresa alla classica giustizia italiana, e regolare invece le controversie tra i soci della rete presso gli uffici di Mediazione delle Camere di Commercio, con facoltà del Mediatore di sciogliere la rete senza transitare dai tribunali (si noti che ad oggi è caduta l’obbligatorietà dello strumento di mediazione –ndr)…”
In sostanza quindi a dire di Brambilla le variabili che frenano la possibilità di fare rete del piccolo imprenditore dipendono dal contesto, per cui è necessario snellire il più possibile lo strumento per permetterne uno sviluppo di successo.
Non mi sono lasciata scappare l’occasione di richiedere una battuta finale al Dott. Brambilla, vista l’agitazione che a seguito del suo intervento si era creata in sala!
Sì, quindi, alle reti per realtà già strutturate…ma un Neo Imprenditore cosa può e deve fare per “incontrarsi” con altre aziende con le quali fare rete?
Ecco il video della “tavola rotonda”: