Il Business Plan è un documento complesso nel quale occorre affrontare ed includere tutti gli aspetti alla base della futura impresa, tra cui la strategia commerciale, di comunicazione, l’organizzazione del team, gli aspetti produttivi e distributivi e molte altre informazioni. Tutte queste informazioni, e scelte,dovranno poi confluire nella sezione finale in cui si riassumono i dati economico-finanziari alla base del progetto imprenditoriale. Se tali dati mostreranno dei risultati positivi e soddisfacenti, allora si potrà passare alle successive fase dello Start Up, altrimenti occorrerà modificare, aggiornare o cambiare sostanzialmente le scelte ed ipotesi di base viste nelle sezioni precedenti.
La sezione economico-finanziaria è la meno flessibile del business plan: anche se le cifre variano, gli schemi o i prospetti inseriti nel piano sono più o meno gli stessi e vengono presentati in modo abbastanza standardizzato. Spesso ci possono essere schemi diversi nella sezione che spiega la formazione dei ricavi, in quanto ciò dipende dal tipo di business alla base dell’idea imprenditoriale.
In molti casi è difficile darsi obiettivi in quanto il prodotto o servizio non ha eguali sul mercato. In caso di alta incertezza, è consigliabile effettuare varie simulazioni, basate su presupposti diversi, al fine di individuare il grado di reattività dell’impresa rispetto a determinati ipotesi di base. La previsione più difficile è quella delle vendite. Tuttavia la previsione delle vendite è fondamentale perché da essa dipendono gran parte delle altre previsioni. Nell’incertezza suggeriamo di ipotizzare tre scenari alternativi: pessimista, realista e ottimista.
Ma vediamo cosa deve contenere un buon piano economico-finanziario:
1. Stima dei ricavi
Previsione dei ricavi totali sulla base delle dimensioni del mercato, delle esigenze della clientela, della classificazione dei clienti, dello stato di sviluppo del mercato e dei punti di forza e debolezza dei concorrenti. Bisogna essere molto specifici: quanti clienti compreranno quanti prodotti e a che prezzo.
2. Stima dei costi
Previsione dei costi totali da sostenere, suddivisi nelle varie categorie di spesa (generali e amministrativi, di produzione e di vendita).
3. Stima degli investimenti
Previsione degli investimenti da sostenere, ossia delle spese da sostenere ora per acquisire attività materiali (ad es. impianti) ed immateriali (ad es. brevetti) che produrranno valore nell’arco di più anni.
4. Analisi del punto di pareggio
La conferma dell’attuabilità del progetto è l’individuazione del punto di breakeven, ossia del momento in cui i ricavi generati nel tempo eguagliano la somma dei costi fissi e variabili. E’ il punto oltre al quale l’azienda inizia ad avere un senso dal punto di vista economico. Non è tutto quello che serve per creare una azienda di successo ma sicuramente è il primo e più importante obiettivo.
5. Prospetto delle esigenze finanziarie e delle fonti di copertura
Previsione del fabbisogno finanziario per la realizzabilità del business e delle modalità di finanziamento (capitale proprio, capitale di rischio). È una delle prime voci che leggono i finanziatori.
6. Bilancio previsionale
E’ il documento nel quale vengono riportate le stime delle entrate e delle uscite relative ad un periodo di esercizio mediante la classificazione delle operazioni future dell’impresa secondo la loro natura ed il loro oggetto. Il bilancio è formato da conto economico e stato patrimoniale. Le previsioni vengono normalmente fatte a tre anni, ma è ammesso anche un orizzonte temporale più lungo. Anche in questa sezione vengono presentati più scenari, solitamente tre (ottimista, realista e pessimista), sebbene gli investitori siano soliti guardare lo scenario pessimista.
7. Prospetto previsionale dei flussi di cassa
Stima della situazione netta di cassa dell’impresa. Si articola in due parti: impieghi di cassa (ossia il denaro che esce) e fonti di cassa (ossia il denaro che entra). Le previsioni sono fatte su base trimestrale o annuale, con un dettaglio mensile almeno per il primo anno.