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7 cose che un imprenditore non dovrebbe imparare dalla nostra Nazionale di calcio

Premetto che non sono tifoso di calcio per cui eviterò con cura ogni commento tecnico, però mi ha stupito come questa esperienza brasiliana della nostra Nazionale di calcio sia stata infarcita di una serie di frasi ed episodi che lasciavano intendere un approccio da “perdenti”. Atteggiamento che se applicato al mondo imprenditoriale porterebbe enormi problemi in azienda.

Vediamo quali sono questi atteggiamenti da “perdente”:

– “ci basta un pareggio“: questo atteggiamento al ribasso è oggi, secondo me, uno degli elementi che limitano persone, aziende e forse anche la nostra bella Italia. Quando si leggono le storie delle imprese di successo, uno degli insegnamenti più diffusi è che per ottenere ottimi risultati bisogna puntare all’eccellenza. Se punti a fatturati buoni, otterrai risultati modesti. “Chi si accontenta, rode” dice una frase che rivisita il più noto proverbio. Nella tua azienda ti stai accontentando del pareggio o punti a vincere alla grande? Stai alzando costantemente i tuoi standard?

– “è colpa dell’arbitro“: mi riferisco all’enormità di energie che sprechiamo ad incolpare le regole o chi dovrebbe applicarle. Vero è che viviamo in un paese in cui le regole sono fatte male e spesso vengono applicate peggio, ma lamentarsi continuamente di questo aspetto, anche se vero, non ti aiuterà a portare al successo la tua impresa. Inoltre utilizzare energie per lamentarsi ti de focalizza dai tuoi obiettivi, dagli obiettivi della tua azienda e ti avvicina a quella cultura degli alibi che bene spiegava Velasco nel suo famosissimo video. Nella tua azienda, ti stai concentrando sui tuoi obiettivi o “è colpa dello Stato, delle banche e dei politici”?

– “l’avversario mi ha morso“: lamentarsi dei competitor è come lamentarsi dell’arbitro. Il meccanismo è lo stesso, perdo di vista il mi obiettivo, mi creo l’alibi per non giocarmela davvero! Ci sono competitor più bravi, alcuni aggressivi, altri addirittura scorretti. Questo è sempre stata una realtà, ma molte aziende di successo hanno sbaragliato questa situazione migliorando continuamente e vincendo concentrandosi sui propri clienti, sui loro bisogni, senza rivolgere lo sguardo agli altri. Studia e analizza i tuoi concorrenti, ma non usarli come alibi dei tuoi insuccessi!

– “faceva troppo caldo!“: altro esempio di lamentela inutile e dannosa, è quando ci lamentiamo dell’ambiente in cui stiamo “giocando” la nostra partita. Anche questo tipo di lamentela ci allontana dai nostri obiettivi. Nessuno ha detto che è facile, ma sicuramente è possibile!

– “abbiamo vinto con l’Inghilterra, siamo i migliori“: Con l’Inghilterra pensavamo di aver fatto un partitone contro un avversario fortissimo. I fatti hanno dimostrato che in realtà non era un avversario così forte, ma la nostra esaltazione ingiustificata, la nostra poca umiltà, ha forse giocato un ruolo determinante nel bloccare il miglioramento continuo, nel dire “siamo già bravi, continuiamo così”. Mi ricorda l’atteggiamento delle aziende che euforiche dei successi del mercato di qualche hanno fa, si sono sedute credendo di essere apposto per i prossimi decenni, salvo poi avere un brutto risveglio quando le condizioni del mercato sono cambiate velocemente. Anche se sei un’azienda di successo, cosa puoi fare meglio?

– “abbiamo perso con il Costa Rica, ma tanto ce la giochiamo con l’Uruguay“. Affrontare le sfide con sufficienza pensando “tanto posso fare meglio la prossima volta” è molto pericoloso, perché per mille motivi la prossima volta potrebbe essere più complicata del previsto per mille motivi. Dare il meglio in ogni occasione questo aiuta sempre. Non sempre si ottiene il risultato, ma se ho dato il meglio, posso sempre imparare dai miei errori, ma con la sicurezza di avere dato tutto il possibile. Cosa stai sottovalutando nelle sfide quotidiane?

– “fossi stato al posto di Prandelli…“. Ultimo, ma di certo non meno importante è la nostra capacità a giudicare gli altri, ad essere a parole sempre meglio degli altri, quando non tocca a noi a fare il lavoro degli altri J. In azienda gli uomini di vendita sono bravissimi a fare marketing, quelli di marketing sono bravissimi a fare il prodotto, quelli di produzione sanno tutto di finanza, e quelli di finanza sanno fare sicuramente meglio degli altri le vendite, il marketing e la produzione! Peccato che nessuno di loro deve fare il lavoro degli altri, ne stanno solo parlando! Esagero naturalmente, ma questa tendenza è spesso diffusa nelle aziende dove ruoli e responsabilità non sono così chiari.

Ho forse dimenticato tante cose belle che anche la nostra Nazionale ha fatto, sicuramente molti di loro avranno dato il meglio, alcuni si saranno allenati duramente, per cui come nelle aziende “in crisi”, onore a chi quotidianamente svolge il lavoro con eccellenza nonostante tutto.

E tu quali altri spunti hai tratto dall’esperienza brasiliana della nostra nazionale di calcio?

About Alberto Baruffaldi

Società: fd research group srl  -  Aree di competenza: Controllo di Gestione, Finanza Aziendale e Business Development  -   Interessi: Coaching, No Profit, Business Networking e nuove tecnologie.

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